Viaggio tra i quartieri meno conosciuti di Lisbona

Chiunque sia capitato a Lisbona, per una breve visita o per un soggiorno più approfondito, si sarà sicuramente trovato a passeggiare tra le vie della Baixa, a inerpicarsi tra le scalette di Alfama, o a fare serata in uno dei locali del Bairro Alto.

Se avete a disposizione solo tre o quattro giorni, forse è fin troppo.

Se invece avete la possibilità di restare nella capitale del Portogallo un po’ più a lungo, questo articolo potrà esservi d’aiuto. Come tutte le città, infatti, anche Lisbona è composta da diversi quartieri periferici meno conosciuti che contribuiscono a renderla quello che è.

I quartieri di cui vi parlerò oggi tendono a essere molto meno battuti dai percorsi turistici, ma hanno la capacità di svelare aspetti della capitale più insoliti, più tradizionali e più popolari che renderanno senz’altro diversa la vostra esperienza di viaggio.

Carnide: il quartiere da Luz

ll Largo creato da rua Neves Costa a Carnide, uno dei quartieri periferici di Lisbona. Al mezzo una sorta di gazebo rialzato. Alberi lungo il viale, basse casette ai lati della strada
Coreto nel Largo di Rua Neves Costa a Carnide (immagine presa dal web)

Per questo itinerario tra i quartieri meno main stream di Lisbona partiamo da una zona alla quale sono particolarmente affezionata: Carnide.

Geograficamente ci troviamo nella zona a nord-ovest della città. Carnide costituisce una vera e propria freguesia (una sorta di distretto) che va dal Centro Commerciale Colombo fino alla stazione di Pontinha. La zona di cui vi voglio parlare adesso, però, è quella che si trova attorno alla sede della Junta da Freguesia, con la Chiesa di Nossa Senhora da Luz, il Jardim da Luz e le viuzze che da qui si diramano.

Molto caratteristica è Rua Neves Costa, dove troverete piccole casette da uno o due piani allineate ai bordi della strada, spesso decorate con i classici azulejos o con figure di santi. La via si allarga nella parte centrale formando una sorta di piazza sulla quale si affacciano alcuni ristoranti popolari e che funge da luogo di incontro per le persone del posto.

Per me è anche il contrasto con ciò che la circonda che contribuisce alla magia di questa zona. Partendo infatti dal Centro Commerciale Colombo e salendo su verso Rua Neves Costa si lascia la confusione dei negozi e delle ampie strade trafficate per ritrovarsi in una piccola oasi di silenzio e tranquillità.

Carnide è anche la zona dello Estadio da Luz, (lo Stadio della luce), casa del Benfica, celebre squadra di calcio della città, oltre allo Sporting. Benfica è inoltre il quartiere che comincia subito a sud di Carnide.

Casette allineate, a due piani, bianche con i bordi colorati, alberi al lato opposto. La parte più vecchia di Carnide.
Rua Neves Costa (immagine presa dal web)

Come avrete notato, tutto qui prende il suffisso “da luz ovvero “della luce”. La ragione è dovuta alla Chiesa parrocchiale Nossa Senhora da Luz, o piuttosto alla storia legata alla sua costruzione.

Secondo la leggenda, infatti, nel XV secolo un certo Pero Martins, originario di Canide, venne fatto prigioniero in Africa. Durante la prigionia gli apparve la Vergine Maria adornata da una grande aureola luminosa. Questa gli assicurò che l’avrebbe liberato, ma gli raccomandò di costruire un santuario nella sua terra natia una volta libero. Tornato a Carnide il nostro eroe trovò, a fianco di una fonte che si diceva essere miracolosa, un’icona di Santa Maria della Luce. Da qui il nome del santuario che vi fece costruire e di, quasi, tutto ciò che lo circonda.

Il santuario venne distrutto dal terremoto del 1755 e fu in seguito ricostruito dando forma alla chiesa attuale. Le uniche testimonianze della vecchia chiesa del ‘400 sono il transetto e il coro, che rispecchiano lo stile manuelino portoghese.

Questa zona di Carnide inoltre è spesso teatro di fiere ed eventi. Tra fine agosto e inizio settembre si svolge la celebre Feira da Luz (Fiera della luce), ma a noi è capitato più volte di passare casualmente nel fine settimana e trovare stand di prodotti tipici o di piatti cucinati al momento e di ascoltare esibizioni di artisti locali.

Amo questa zona per la sua semplicità e per il suo impegno nel mantenersi viva, offrendo spazi culturali ed eventi di aggregazione per chi vi abita.

Se come me siete amanti dei libri, non potete non fare un salto alla Livaria Solidaria, in una traversa di Avenida do Colegio Militar, dove troverete libri usati per pochi euro, anche in lingue diverse dal portoghese. I ricavi finanzieranno le attività proposte dalla Junta da Freguesia.

Per raggiungere questa zona della città basta prendere la metro (linea blu) e scendere alla fermata “Carnide” o “Colégio Militar/Luz”.

Carnide è secondo me il cuore della Lisbona più autentica, in assoluto meno influenzata dai flussi turistici. Se siete stanchi della ressa del centro o di vedervi continuamente circondati da turisti, Carnide può essere un’ottima via di fuga.

Bairro Padre Cruz

Ci spostiamo, ma non di molto. Il Bairro Padre Cruz è infatti sempre all’interno della freguesia di Carnide, in una zona più a nord rispetto a quella che vi descrivevo poco fa. Si tratta di un quartiere prettamente popolare, costituito per la maggior parte da grandi palazzoni tirati su a partire dagli anni ’70, là dove prima regnava la campagna.

Perché trovo interessante un posto del genere? Girate qualche volta attorno a uno dei palazzoni e ve ne accorgerete da soli. Da qualche anno a questa parte, infatti, il quartiere è stato fortemente riqualificato grazie all’opera di numerosi artisti che hanno ricoperto con opere d’arte giganti le enormi facciate di questi edifici. Così facendo, la monotonia dei palazzi tutti uguali, senza balconi e senza alcun segno che li distinguesse gli uni dagli altri, si è trasformata in un tripudio di colori, volti e significati.

Ad oggi nel Bairro si contano più di 100 opere a cielo aperto e la zona ha cominciato ad attrarre l’interesse degli appassionati di street art e non solo.

Qui sotto trovate alcuni dei miei preferiti.

Per raggiungere il Bairro Padre cruz, oltre alla linea blu della metro (questa volta fino a Pontinha) conviene prendere anche il bus 729. Una volta scesi si può semplicemente girare in autonomia per il quartiere facendosi sorprendere dai murales. Se preferite avere qualche ragguaglio in più sulle opere, il loro significato e la storia che le lega al quartiere, potrebbe interessarvi partecipare a una delle visite guidate organizzate dall’associazione “Boutique da Cultura”, una delle organizzazioni a stampo sociale che da qualche anno hanno messo piede sul territorio per promuovere queste zone della periferia di Lisbona.

Alcȃntara: un quartiere underground

In questo viaggio tra i quartieri meno conosciuti di Lisbona, non può mancare Alcȃntara, anche se le atmosfere sono un po’ diverse da quelle descritte sopra.

Alcȃntara si trova nella parte sud-ovest di Lisbona a metà strada tra la rinomata Belém e il più popolare quartiere di Santos. Il nome deriva da una parola araba, traducibile in “il ponte”. Da qui infatti partiva un antico ponte romano esistente prima del terremoto del 1755. Ad oggi potrebbe sembrare riferirsi all’imponente e rosso Ponte XXV Aprile, che in alcuni punti sovrasta gli abitati.

Prima della rivoluzione industriale, Alcȃntara era costituito quasi interamente da aperta campagna. Il quartiere conobbe un forte sviluppo soprattutto verso la fine del XIX secolo grazie all’industrializzazione e alla conseguente urbanizzazione della zona, situata in una zona strategica vicino al porto.

Il passare del tempo, però, portò con sé il declino di diversi gruppi industriali e il conseguente degrado della zona.

Anche qua ci troviamo di fronte a una grande azione di riqualificazione che, dall’inizio degli anni ’90, ha trasformato questa zona nella parte più underground della capitale lusitana.

LX Factory

Scorcio di alcuni magazzini e capannoni all'interno dell'LX Factory. Su entrambi sono presenti pitture e murales

Il maggior esponente di tutto ciò è l’LX Factory, situato in un’ampia ex zona industriale abbandonata. Qui i vecchi capannoni sono stati riconvertiti in una serie di locali, ristoranti, botteghe, ma anche spazi culturali, di coworking e start up. Il tutto mantenendo però anche gli elementi del passato creando così un mix davvero particolare.

Al contrario dei quartieri di cui vi parlavo sopra, Alcȃntara, e in particolare l’LX Factory, sono ben più frequentati, ma solitamente da giovani del posto o, forse con ancor più frequenza, da coloro che hanno scelto Lisbona come la loro nuova casa.

Vi consiglio di visitare la grande libreria Ler Devagar (“leggere lentamente”) dove vi sembrerà di entrare in un posto magico. La grande sagoma a forma di una ragazza su una bicicletta che scende dal soffitto del locale è diventata un po’ il simbolo dell’LX Factory. La struttura apparteneva a una vecchia tipografia: un grande ambiente unico le cui pareti sono state completamente ricoperte di libri. Salendo sui pianerottoli che circondano le pareti si ha accesso alla quasi totalità della collezione. All’ultimo piano inoltre si raggiunge una caffetteria per inserire una dolce pausa tra un libro e l’altro.

Girando tra le varie botteghe dell’LX Factory potrete fermarvi a mangiare piatti tipici portoghesi, ma anche ricette etniche e vegetariane/vegane, prendendo posto all’interno di una ex mensa aziendale oppure sui tavoli all’aperto.

Anche qui sono presenti inoltre alcuni murales e opere di street art. E’ interessante anche passeggiarvi la domenica durante il mercatino dell’usato e dell’artigianato.

Village Underground

Proseguendo verso sud, poco distante dall’LX Factory, vi ritroverete in uno strano complesso architettonico fatto di container e autobus rovesciati uno sull’altro per creare un posto davvero unico nel suo genere: il Village Underground. Nonostante possa sembrare “solo” un luogo di svago e di feste, oltre ad ospitare il bar, il Villaggio contiene anche uffici e uno spazio conferenze.

Chiudo questa parte dedicata ad Alcȃntara con un consiglio culinario. Presso il largo di Calvario (dove con ogni probabilità scenderete dal bus) al ristorante/caffetteria “Galão” abbiamo mangiato uno dei migliori cozido à portuguesa di Lisbona!

Ajuda e il Palácio Nacional

Foto fatta da una delle finestra del Palacio nacional da Ajuda. In fondo il Tejo e il quariere di Belém con il Padrão dos decobrimentos. In primo piano la vegetazione.
Vista sul Tejo e su Belém dalle finestre del Palácio Nacional da Ajuda

Ci spostiamo ancora un po’ più a ovest rispetto ad Alcȃntara. Ajuda è una Junta da Freguesia appena sopra Belém, il quartiere celebre per l’omonima Torre. Ajuda mantiene per certi versi l’eleganza di Belém, ma presenta anche delle note più “popolari” che la rendono a mio avviso più autentica. E, come i quartieri di cui vi ho parlato sopra, pur trovandosi al di fuori degli itinerari più sdoganati di Lisbona, ha di certo molto da offrire.

Sorge su uno dei 7 colli di Lisbona, che è oggi sormontato dall’imponente Palácio Nacional da Ajuda, la principale attrazione della zona.  

Il Palazzo ha origini relativamente recenti. Successivamente al terremoto del 1755, la famiglia reale portoghese si vide costretta a spostarsi sul colle di Ajuda, che era considerata una zona più sicura. Inizialmente, il rifugio atto ad ospitare la famiglia reale era una costruzione provvisoria in legno. Per questo motivo era conosciuta con il nome di Real Barraca.

Verso la fine del ‘700 venne convertita nel sontuoso palazzo in stile neoclassico che vediamo oggi. Gli interni sono tutt’ora ben conservati e visitandoli potrete avere l’impressione di vivere qualche ora all’interno di un ricco palazzo ottocentesco. Particolarmente degno di nota è il salone da pranzo, posto verso la fine del percorso turistico, con due lunghissime tavolate, attorniate da eleganti poltroncine bianche. Dalle finestre del Palazzo si ha inoltre una bellissima vista della foce del Tejo.

Finita la visita al Palazzo, consiglio di passeggiare lungo la Calçada da Ajuda, la via che scende fin sulla costa collegando i due quartiere Ajuda e Belem. La via è costeggiata da basse casette, umili, ma colorate o finemente decorate con gli azulejos. Imboccandola dalla cima del colle vi sembrerà di scendere a picco sul Tejo, e, come tutte le “calçadas”, meglio percorrerla in discesa! Qui ci sono anche vari caffè e localini in cui ci si può riposare e rifocillare dopo la visita al Palazzo.

Due grandi tavoli laterali affiancati da poltrone bianche, lampadario di cristallo che scende dal soffitto, baldacchini color avorio che coprono le porte di ingresso.
Salone da pranzo del Palácio Nacional

Concludo qui per ora questo viaggio tra i quartieri meno conosciuti di Lisbona. Sicuramente vi è molto altro di cui non vi ho parlato, anche non per forza in periferia, come l’Acquedotto delle Acque libere a Campolide e il quartiere di Pessoa Campo de Ourique. Ancora, la zona di São Sebastião, che con i suoi incroci a 90° ricorda vagamente Torino, o il minuscolo aggregato di Arco do Cego, fatto di piccole villette all’interno del quartiere economico della capitale.

Insomma, a girarla a fondo vi accorgerete sicuramente che Lisbona è molto di più delle bellissime Rua Augusta e Praça do Comercio. Spero di avervi dato qualche idea per un itinerario alternativo, che aggiungerà sicuramente qualche nota di colore al vostro viaggio.

A presto, e fatemi sapere quali sono le vostre zone preferite di Lisbona!

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4 Risposte a “Viaggio tra i quartieri meno conosciuti di Lisbona”

  1. Ma sai che proprio ieri ho visto un documentario su Lisbona che mi ha affascinato tantissimo? Sono anni che cerco una buona offerta per questa capitale ma faccio fatica con gli alloggi quindi rimando sempre: quando finalmente troverò l’offerta giusta pianificherò un itinerario tenendo conto anche di questi luoghi così poco turistici, sono l’anima della città!

    1. Eh capisco, purtroppo, o per fortuna, ultimamente la città è presa d’assalto dal turismo e gli alloggi sono un problema anche per chi ci si vuole stabilire… Ma se riesci, vai che non te ne pentirai!

  2. Stiamo proprio valutando un viaggia a Lisbona a maggio o settembre, questo articolo lo salvo subito perché io amo visitare posti in po fuori dai soliti itinerari turistici.

    1. Sono contenta che tu abbia trovato materiale utile.
      Uscire dai percorsi più turistici secondo me dà la possibilità di vedere la città nei suoi aspetti più “reali”.

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