“Libro” di José Luís Peixoto: la grande emigrazione portoghese del Novecento

Oggi voglio tornare a parlarvi di Portogallo, ma in un modo completamente diverso, attraverso un libro che lessi per la prima volta due anni fa, quando mi trovavo ancora a Lisbona. Si tratta di “Livro” di José Luís Peixoto, un autore contemporaneo portoghese. In italiano, semplicemente, “Libro”.

Ho scelto Libro per diverse ragioni… La prima, naturalmente, è che mi è piaciuto moltissimo. La seconda è che ci regala un’idea molto vivida di un qualunque paesino sperduto dell’Alentejo durante il periodo della dittatura di Salazar e fa luce su uno degli eventi di maggior rilievo della storia recente del Portogallo: la grande emigrazione portoghese.

La terza è che, nonostante si tratti di un autore poco conosciuto in Italia, ne esiste la traduzione in italiano edita dall’Einaudi, per cui, se riesco a incuriosirvi al punto giusto, potrete trovarlo facilmente. Infine, volevo uscire un po’ dal mainstream e non farvi una “capa tanta” con personaggi del calibro di Pessoa, Saramago o il nostro caro Tabucchi, dei quali sono certa trovereste già moltissimo materiale sul web.

Partiamo quindi con questo piccolo viaggio “letterario”!

Libro di José Luís Peixoto

Un po’ di trama…

copertina portoghese di Livro, sui toni dell'arancione, in primo piano una culla e un parco sullo sfondo.
Copertina portoghese di Livro

La storia di Libro comincia con una pagina molto triste. Il piccolo Ilídio viene infatti abbandonato dalla madre e lasciato in cura al buon Josué, un muratore del paese, il quale lo prende con sé come un figlio e gli insegna le basi del mestiere.

La madre, prima di andarsene, mette però nelle mani del figlio un libro, oggetto che ritornerà più volte lungo il romanzo. Questo sembra tuttavia un particolare dissonante rispetto all’ambientazione che troviamo fin dalle primissime pagine. Gli abitanti del paesino di Ilídio, infatti, sono persone molto semplici, campagnole e certamente non istruite.

Come verremo a sapere più tardi, la mamma abbandona Ilídio per tentare la fuga verso la Francia, come gran parte dei suoi connazionali in quel particolare periodo storico.

Copertina italiana di Libro. Una donna vestita di nero porta un cesto di arance.
copertina italiana

Ilídio cresce in questa famiglia allargata che è il suo villaggio, fino ad incontrare Adelaide, una ragazza della sua età che ricambia teneramente il sentimento. I due vivono però il loro idillio ben poco. La zia della ragazza, infatti, ha per lei ben altri progetti, e, non vedendo di buon occhio questa unione, spedisce Adelaide in Francia, a Parigi, affinché riceva un’istruzione e frequenti ambienti diversi.

Questa volta Ilídio non può però rimanere a guardare, non è più un bambino inerme come nella prima pagina del romanzo. Parte quindi anche lui alla volta della Francia, assieme a Cosme, inseparabile amico d’infanzia. Il loro viaggio sarà però molto diverso da quello di Adelaide, segnato da diverse peripezie, momenti tragici e soste obbligate

Il contorno di Libro: la grande emigrazione portoghese del ‘900

Eram uma pequena multidão de desconhecidos assustados. […] Arrastavam uma vontade que era cada vez mais difícil de explicar, náufragos de todas as palavras que não diziam, manchas cinzentas a atravessarem campos, a esconderem-se. Entre eles, seguia a Adelaide, pensamentos misturados com mágoa e pó.”

Livro, José Luís Peixoto

“Erano una piccola folla di estranei spaventati. […] Trascinavano una volontà sempre più difficile da spiegare, naufraghi di tutte le parole che non dicevano, chiazze grigie che attraversavano i campi nascondendosi. Tra loro c’era Adelaide, pensieri misti a dolore e polvere.

[traduzione mia]

Il tema che fa da sfondo alle vicende di Libro, come vi anticipavo, è la grande emigrazione portoghese che ebbe luogo durante la seconda metà del ‘900 fino almeno al 1974, anno della “Rivoluzione dei garofani” (la sommossa pacifica che mise fine al regime di Salazar). In questo periodo emigrarono, legalmente e non, circa un milione e mezzo di portoghesi.

Persone e intere famiglie si allontanarono dal Portogallo durante il periodo salazarista alla ricerca di nuove opportunità. Molti scappavano dalla repressione politica del regime, altri, come Cosme – l’amico di Ilidio – per disertare o per non essere arruolati nella Guerra Coloniale. Una gran parte tuttavia scappava dalla povertà e dalla miseria. In anni in cui gli altri stati europei stavano conoscendo un periodo di grande ripresa economica, l’Estado Novo imponeva, infatti, la povertà come valore culturale.

In questo contesto erano in molti a cercare fortuna negli stati europei più vicini, in primis la Francia, che all’epoca aveva grande bisogno di manodopera da impiegare nelle fabbriche. Tuttavia, spesso le condizioni di vita non erano migliori. Anzi, molti dei migranti finivano per installarsi nelle bidonville della periferia parigina, tra cui, nella finzione di Libro, anche il nostro Ilídio.

Il viaggio stesso verso la Francia, spesso clandestino, non era affatto cosa semplice, come ci possono far immaginare le peripezie di Ilídio e Cosme. Mentre, infatti, la zia di Adelaide, grazie alla sua piccola fortuna, riesce a garantirle un viaggio “accompagnato” e più sicuro, i due ragazzi sono obbligati a sbrigarsela da soli. Si uniscono a carovane poco raccomandabili, cercano di scappare come possono ai controlli, e una volta usciti dal paese impiegheranno ancora molto tempo per raggiungere la Francia. Sono infatti costretti a lavorare in Spagna per un certo tempo, sempre clandestinamente, per potersi permettere trasporti e documenti.

Alla caduta del regime, alcune delle famiglie emigrate tornarono poi in patria. Una di queste famiglie è proprio quella di Peixoto, autore di Libro, che nacque qualche anno dopo il loro ritorno.

Attraverso Libro, l’autore ha voluto dar voce a una memoria – quella della grade emigrazione – che non poté vivere direttamente, ma che era ben presente nella sua storia familiare, così come nella storia dell’intero Paese.

Leggevo prima su un articolo che anche nel tratteggiare Parigi, città dove si stabiliscono per un po’ di tempo i nostri personaggi, Peixoto ha messo per iscritto ciò che immaginava dai racconti dei suoi familiari sul periodo trascorso proprio nella capitale francese.

un manifesto della propaganda salazarista dice: "portoghese! Approfitta di tutto il tuo terreno!" e vi è l'immagine di un uomo che lavora la terra.
Un manifesto della propaganda salazarista
una donna esultante in primo piano con un garofano in bocca. sullo sfondo soldati e civili esultano. A destra un militare con un garofano nel fucile e sulla divisa.
La Revolução dos Cravos – la rivoluzione dei garofani – del 25 aprile 19

L’Alentejo: il cuore del Portogallo

Oltre che sulla storia del Portogallo, Libro mi offre uno spunto anche per parlarvi dell’Alentejo, la regione in cui si trova il paese d’origine dei personaggi. In Libro non vi è una collocazione precisa, la cittadina infatti non viene mai nominata. Tuttavia, sembra rappresentare una delle tante piccole realtà rurali presenti in questa zona del Portogallo.

L’Alentejo è la regione più grande del Portogallo, a est del distretto di Lisbona e a nord dell’Algarve, e costituisce forse la zona meno gettonata dai turisti. Nonostante sbocchi sull’oceano per un tratto di costa, gran parte del suo territorio è interno.

Devo essere sincera… purtroppo noi non vi abbiamo dedicato moltissimo tempo nel nostro periodo portoghese. Ne abbiamo avuto un assaggio solo quando abbiamo visitato Évora. Si tratta tuttavia di una zona molto interessante e che rappresenta forse il cuore del Paese.

Come possiamo capire leggendo Libro, e immaginandoci la vila descritta tra le pagine, molti dei suoi centri abitati sono piccoli paesi, separati da ampie distese di campagna e natura. Non mancano comunque città un po’ più grandi come Évora, capitale della regione, e Beja.

Centro di Evora nell'Alentejo. Casette bianche contornate di giallo.
 Évora
Il tempio di Diana A Evora, testimonianza del periodo romano.
Il tempio di Diana a  Évora

L’Alentejo vanta millenni di storia. E’ possibile ritrovare testimonianze del periodo romano e costruzioni di influenza araba, ma anche reperti di epoca preistorica, come i siti di menhir.

Nell’Alentejo è la terra a farla da padrone. Si tratta di una zona prevalentemente rurale e con scarsa densità di popolazione. Il paesaggio è dominato dalla campagna, dagli oliveti, dai vigneti e dai boschi di sughero. I colori sono quelli caldi della terra, il blu intenso del cielo e il giallo che brilla nei campi e sui contorni delle case.

Da sempre è una delle zone più povere del Portogallo ed era anticamente considerato il granaio della nazione. Tutt’oggi la sensazione è che qui il tempo si sia fermato, i ritmi sono lenti e rilassati. Essendo ancora al di fuori dei percorsi più frequentati, appare come una zona incontaminata dove è possibile conoscere il Portogallo più vero e autentico.

Panorama dalla cattedrale di Evora: si vede parte della città e campi verdi pianeggianti sullo sfondo. Tipico paesaggio dell'Alentejo.
La vista dalla Cattedrale di Évora

Lo stile di Peixoto in Libro

ritratto di José Luis Peixoto, autore di Libro
José Luís Peioxoto – dalla rivista “Volta ao Mundo”

Concludo l’articolo tornando a parlare di Libro, del quale mi preme precisare ancora una cosa. Contrariamente a come ci si potrebbe aspettare dai temi che fuoriescono dalla trama, la storia non è affatto melensa. Per cui, se come me non siete fan del “patetico”, non disperate perché questo libro può ancora fare per voi!

Peixoto riesce a tinteggiare i suoi personaggi in un modo così profondo, ma al tempo stesso così “asciutto” e semplice, che mi ha conquistato fin dalle prime pagine. Le parole sono usate come lame taglienti, che vanno dritte al punto e non si perdono in tante smancerie. Ciononostante tutti i personaggi, anche quelli in apparenza più semplici, hanno una profonda densità psicologica e sono portatori di una tale umanità che vi farà innamorare di ciascuno di loro.

Soprattutto verso la seconda metà del libro, lo stile diventa poi molto sperimentale. Peixoto gioca con i suoi personaggi, con la voce narrante, ma anche con il libro fisico, in un modo che non vi descrivo per non svelarvi importanti svolte della trama. Ciononostante non spaventatevi perché non si tratta affatto di una lettura “complicata”. Vedrete, anzi, che non riuscirete più a staccarvi dal romanzo per la voglia di sapere come andrà a finire.


Finisce qua lo spaccato di Portogallo che ci ha permesso di scoprire, in modo del tutto accennato, Libro di José Luís Peixoto. Spero che questa modalità un po’ diversa di viaggiare vi sia piaciuta, e – se funziona – sarò contenta di tirare fuori altri libri che parlino di questa terra a me tanto cara 🙂

Per salutarvi vi lascio una delle mie citazioni preferite di Libro

Os outros rapazes riam-se, contavam episódios, o Ilídio até podia rir também, podia escutá-los e fingir, mas tinha medo. Era escuro e morrente esse medo, tinha-lhe sido transmitido pela mãe. Ele não sabia que a mãe lhe tinha pegado o medo, a mãe também não, nem sabia sequer que o medo se pode pegar pelos olhos.

Livro, José Luís Peixoto

Gli altri ragazzi ridevano e si raccontavano storie, Ilídio anche poteva ridere, poteva ascoltarli e fingere, ma aveva paura. Era oscura e morente questa paura, gli era stata trasmessa dalla madre. Lui non sapeva che la madre gli avesse passato la paura, sua madre nemmeno lo sapeva, né sapeva che la paura si può prendere dagli occhi.

[traduzione mia]

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10 Risposte a ““Libro” di José Luís Peixoto: la grande emigrazione portoghese del Novecento”

  1. Un libro molto interessante che ti fa immergere nella storia del Portogallo di un tempo, tra emigranti verso la Francia è il ritorno alla terra portoghese. Grazie per avermelo fatto scoprire.

  2. Uno di quei libri che ti spingono a viaggiare con la mente, senza dubbio intrigante con una storia vera alle spalle, che lo fa diventare interessante anche per quel lettore poco appassionato, grazie per averlo fatto conoscere vedremo se merita una mensola.

  3. Io ho sempre amato ricercare e conoscere gli scrittori di ogni nazione, solitamente leggo i loro romanzi prima di partire per un viaggio proprio in quella nazione.
    Non sono ancora stata in portogallo ma mi segno subito questo Libro.

    1. Mi sembra davvero un’ottima abitudine! Leggere qualcosa della narrativa di un Paese ci fa già avvicinare in modo diverso alla cultura che si respira in quel luogo 🙂

  4. Buona sera!! Bellissimo libro, dalle tue parole sembra molto interessante! Ci darò un’occhiata in futuro!

  5. La lettura è una delle mie passioni più gradi e libri più “impegnati” li leggo di rado a meno che la storia non mi colpisca realmente. Quella di Ilìdio però mi ha emozionata già dlala trama e dalle tue parole sul sottotrama storicopolitico che si rispecchia tra le pagine. Davvero un bel titolo che acquisterò presto.

    1. Mi fa piacere che la vicenda ti abbia intrigato! Non si tratta di un libro propriamente “impegnato” vedrai.. si tratta in tutto di poco più di 200 pagine, la storia scorre molto fluida e gli avvenimenti storici stanno sullo sfondo. Puoi approfondirli tu oppure goderti il romanzo e basta 🙂

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