
Fabriano: alla scoperta di un pezzo di entroterra marchigiano
Come sapete durante il nostro viaggio nelle Marche abbiamo alloggiato ad Ancona, ma ci siamo mossi spesso per visitare quanto più possibile di questa meravigliosa regione. Nella scelta delle varie mete raggiungibili dal capoluogo, Fabriano sembrava una destinazione perfetta. Anche se si trova nell’interno, non è infatti molto distante da Ancona e vi è collegata piuttosto bene con un treno diretto.
Abbiamo dedicato quindi un’intera giornata ad un assaggio dell’entroterra marchigiano visitando sia Fabriano che Jesi, la città natale di Federico II. Questa è una combo che consigliamo, se anche voi volete andare alla scoperta delle Marche partendo da Ancona, perché entrambe le città si trovano sulla stessa linea ferroviaria.
Se avete a disposizione una mezza giornata o poco più e volete sapere cosa si può vedere a Fabriano, questo articolo fa al caso vostro. Partiamo quindi!
Come raggiungere Fabriano
Come vi dicevamo prima, raggiungere Fabriano da Ancona è molto semplice anche utilizzando il trasporto pubblico. Alloggiando a pochi passi dalla stazione, noi abbiamo optato per il treno che in un’oretta porta dritti dritti a Fabriano e costa circa 7 euro. Dalla stazione bisogna poi fare una passeggiata di una ventina di minuti per raggiungere il centro.
Il centro storico di Fabriano
Mentre ci avviciniamo al centro storico le larghe strade lasciano il posto ai più stretti vicoli e alle case di mattoni rossi, tratti distintivi della città. Svoltiamo un po’ di volte fino a raggiungere il Loggiato di San Francesco. Affacciandoci dalle logge si apre davanti a noi il centro nevralgico di Fabriano: la Piazza del Comune, nodo centrale dal quale si è sviluppata la città fin dalle sue origini.
Di fronte a noi si ergono i portici del Palazzo Vescovile, affiancati dalla Torre dell’Orologio. Alla nostra destra spicca il Palazzo del Podestà, caratterizzato dalla sua volta a sesto acuto che si chiude sulla strada sottostante. Immediatamente in basso si trova la Fontana Sturinalto, del XIII secolo, che ravviva la piazza con i colori chiari dell’acqua e della pietra bianca.
La Torre dell’Orologio Loggiato di San Francesco
Il Palazzo del Podestà
Facciamo qualche foto di rito e poi scendiamo a passeggiare per la Piazza. Osserviamo meglio il Palazzo del Podestà, diventato negli anni il simbolo di Fabriano. In stile gotico, l’edificio cominciò ad essere costruito nel 1255. Il Palazzo è interamente costruito di pietra bianca di Vallemontagna, cosa che lo staglia nettamente dagli altri edifici nei dintorni, fatti per lo più in mattoni rossi.
Ciò che lo caratterizza in particolar modo è la sua grande volta a sesto acuto, sotto la quale passava anticamente un fiume. Più tardi questo venne colmato e sostituito da una delle strade principali della cittadina. La volta venne quindi abbellita con degli affreschi, tra il XIII e XIV secolo, tutt’ora visibili, rappresentanti scene di battaglia e una strana “ruota della fortuna”.
Passiamo sotto la volta e dopo qualche metro ci affacciamo rapidamente dall’antica Farmacia Mazzolini Giuseppucci. Questa è una farmacia storica di Fabriano che conserva l’arredo originario del 1896. Un gioiellino di scaffali lignei in stile neogotico finemente scolpiti e tanti barattoli e vasetti di ceramica.


Pranzo a base di specialità marchigiane
La mattinata si sta volgendo al termine e inizia a farsi vivo in noi il desiderio di un bel pranzetto. Non abbiamo, come al solito, già un posto in mente e ci mettiamo quindi a esplorare la zona alla ricerca di un qualcosa che ci attiri… Non fatichiamo molto e, dopo esserci allontanati leggermente dal centro, entriamo nel Bistrot L’Angoletto, un ristorantino che prepara piatti tipici a prezzi competitivi.
Io assaggio un Campofilone al ragù di verdure, una pasta fresca lunga e sottile sottile, particolarmente ricca di uova (buonissima, giuro, anche se le uova hanno fatto “effetto mattone” per qualche ora…!). Il condimento a base di verdure era davvero ottimo, i pomodorini quasi caramellati. Il piatto di Zeno invece ce lo siamo pappato senza segnarci il nome.
Il tutto accompagnato da un ottimo calice di Verdicchio, un vino bianco dalle note fruttate tipico della zona. Ci sentiamo assolutamente di consigliarvi questo bel posticino.
Inoltre, se siete come la sottoscritta e non amate il pesce, l’entroterra marchigiano potrebbe diventare il vostro nuovo paradiso.

La Basilica di San Venanzio
Torniamo sui nostri passi e raggiungiamo il Duomo di Fabriano, la Cattedrale di San Venanzio. La chiesa ha antiche origini, fin dalla fine del Duecento. Nel Trecento venne notevolmente ampliata e assunse alcuni tratti in stile gotico. Nel Seicento venne invece ricostruita in chiave barocca.
Le vere chicche della Cattedrale si trovano però nascoste nell’abside. Vi sono racchiuse infatti due piccole cappelle ricche di affreschi, databili tra il XIV e il XV secolo, per mano di pittori della Scuola di Fabriano. Queste “cappelle segrete”, quasi delle intercapedini create dai lavori di ampliamento che si sono susseguiti negli anni, vi lasceranno a bocca aperta.
La Cappella di San Lorenzo, alla quale si accede dal coro, nasconde gli affreschi di Allegretto Nuzi sulla vita di San Lorenzo, risalenti probabilmente al 1365. Passando dalla Sacrestia si arriva invece alla Cappella della Santa Croce, dove sono custoditi affreschi di Giovanni di Corraduccio raffiguranti una Crocefissione e Sant’Elena in preghiera, e altri del Maestro di San Verecondo.


Ultimi momenti a Fabriano
Usciti dal Duomo, facciamo ancora qualche passeggiata lungo le viuzze della cittadina. Scopriamo il Mercato Coperto, nella lunga Piazza Garibaldi, dove è possibile degustare e acquistare prodotti tipici della zona, un’ottima alternativa per un pranzo o un aperitivo veloce.
Ci dirigiamo quindi verso la ferrovia, dove ci aspetta (si fa per dire) un treno per Jesi, la nostra meta per chiudere il pomeriggio alla scoperta di un pezzo dell’entroterra marchigiano.
“Ma Fabriano non è la città della carta?” ci direte. Giusto, tutti abbiamo disegnato da bambini sui mitici fogli “Fabriano”. In città si trova infatti il Museo della Carta e della Filigrana, dove è possibile visitare la ricostruzione di una cartiera medievale e assistere al ciclo della produzione della carta fatta a mano dai mastri cartai. Purtroppo il nostro tempo a disposizione non ci consentiva di inserirlo nell’itinerario… rimarrà per una prossima volta.

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